Dopo due anni e mezzo dall’ entrata in vigore della legge di Bilancio 2020, diventa operativo l’algoritmo antievasione che sfrutta la possibilità di rendere anonimo il potenziale informativo a disposizione nei database del Fisco e, in particolare, la Superanagrafe dei conti correnti. Come prevede il decreto firmato dal ministro dell’ Economia Daniele Franco, i dati da utilizzare per l’analisi del rischio evasione ed elusione sono quelli riportati nelle dichiarazioni fiscali, quelli relativi al patrimonio di case e altri immobili ma anche mobiliare (quote societarie), le informazioni contabili e finanziarie e quelle su versamenti e compensazioni. In sostanza, tutti quei dati utili alla profilazione dei soggetti che non dichiarano nulla o abbastanza al Fisco.
L’algoritmo punta a un elevato livello di precisione, anche perché sarà alla base dell’ operazione per potenziare la compliance come promesso dall’Italia alla commissione Ue tra gli impegni del Pnrr. Prima di tutto nella fase di analisi bisognerà impedire «l’identificazione diretta degli interessati». Non solo, andrà limitato il pericolo di tirare dentro anche contribuenti in regola o che non presentano un rischio fiscale significativo.
Non sarà solo la macchina a dare la caccia agli evasori, ma – come prevede espressamente il decreto – sarà «sempre garantito l’intervento umano» degli operatori di Entrate e della Guardia di Finanza